Adolfo Buccino

Nato a Livorno Ferraris (VC) il 04/09/1920
Appartenente all’80° RGT. FTR.
Divisione PASUBIO – III BTG. 9a CP
con il grado di SOTTOTENENTE
Partito per il Fronte Russo il 05/01/1942
Catturato ad Arbuzovka il 24/12/1942
Rimpatriato dalla prigionia in Russia il 07/07/1946

24 DICEMBRE 1942: CATTURATO AD ARBUZOVKA, LA VALLE DELLA MORTE. INIZIA LA PRIGIONIA

Dal Verbale di Interrogatorio del 9 luglio 1946, al ritorno dalla prigionia:

Data cattura e località 24 dicembre 1942 a circa 40 km S.O. di Popovka in seguito ad accerchiamento russo dei resti della Pasubio, Torino, Ravenna.

Comando, corpo o reparto di appartenenza, situazione tattica e suo svolgimento
80° Regg. Ftr. Pasubio. Comando di Reggimento – Ufficio Amministrazione. In ritirata dalla sera del 19 – dopo una lunga marcia giungemmo il 20 al paesetto di Popovka. Il nostro itinerario era Meskof per congiungerci alla Celere e Torino. Incontrammo la Torino ed i resti della Ravenna a Popovka. In seguito ad attacco di carri armati il Col. Casassa schierò nel tratto a lui assegnato i resti del Regg. (circa 400 uomini in tutto). Io ero col Colonnello ed il Magg. Agostini. Respinto l’attacco si proseguì e si arrivò il giorno 22 in un paese sistemato in fondo-valle (valle della morte) ove fummo accerchiati dai russi. Sotto il tiro delle katiuscie, artiglierie e armi automatiche resistemmo ben due giorni circa andando al contrattacco per procurarci armi nemiche, avendone noi poche, ed essendo per di più anche senza munizioni in quanto il maggior numero degli automezzi era rimasto a Getreide per mancanza di carburante.

Modalità della cattura
Al mattino del 24/12 circa alle ore 4, mentre i reparti tedeschi si ritiravano seguiti da una lunga colonna di nostri feriti, in seguito all’attacco dei russi fui circondato in una isba con un gruppetto di soldati, isba nella quale incontrai il Cap. Messina Mario del mio Regg. Dopo una lotta accanita la casa fu presa d’assalto e dovemmo arrenderci per mancanza di munizioni. Eravamo 14 soldati, il capitano Messina ed io.

Materiali in consegna
Quale Ufficiale ai materiali del Reggimento ho avuto ordine dall’aiutante maggiore I° Magg. Agostini di abbandonare tutto per mancanza di mezzi di trasporto e carburante.

Condizioni fisiche e morali truppa
Il morale era molto basso perché nella ritirata si trovavano le nostre migliori artiglierie abbandonate per mancanza di carburante. Condizioni fisiche buone.

INTANTO, A CASA… TRE ANNI ABBONDANTI DI RICERCHE

GENNAIO / SETTEMBRE 1943: DISPERSO

Tutte le famiglie dei militari di fanteria impegnati sul Fronte Russo hanno vissuto nel dicembre 1942 questa situazione: la posta dal fronte si era improvvisamente interrotta, le lettere spedite da casa ritornavano al mittente, di comunicati ufficiali non ve n’erano, al massimo appariva sulla stampa qualche trafiletto per di più fuorviante.
Il silenzio continuava ed allora le famiglie avevano cercato di fare ricerche per conto loro, per quanto potevano, nella speranza di trovare notizie del loro parente in Russia.
La famiglia Buccino non aveva fatto eccezione.

PERCHE’ NON RICEVIAMO PIU’ POSTA?

Li 15 – 1- 43

Caro Adolfo,
come mai non si riceve più tue notizie? Sempre ogni mattino si attende sperando ma inutilmente.
È vero sì che non sei il solo nel paese a non scrivere o meglio sbaglio dicendo non scrivere perché sono sicura che scrivi come sempre ma sarà la posta almeno spero non sia altro che un ritardo postale che non ti sia successo niente di grave. Vedi ora in Livorno 2 che sono in Russia han già scritto fin che non c’era nessuno si aveva sempre un filo di speranza ma ora incomincia ad andarsene.
Tua madre ha sempre gli occhi con le lacrime sono tanto tanto in pensiero i tuoi e vorrei tanto tanto potessero ricevere, erano già così più contenti ora che ti sapevano al comando. Non so proprio più cosa pensare di questo lungo silenzio.
Ti lascio con la speranza che quest’ansia che viviamo sia presto finita e arrivi presto una tua lunga letterona e poter essere nuovamente tutti più tranquilli.
Baci                                                              

Elda

SI CERCANO NOTIZIE, MA SENZA FORTUNA

Pietro Salvaterra, padre del suo attendente (MARIO SALVATERRA, che risulterà poi deceduto il 29 marzo 1943 in prigionia nel campo 165 - TALIZA) scrive a Marziano Buccino, padre di Adolfo

Falcero 25 – 4- 43

"Signor Marziano, con molto rincrescimento devo dirVi che di mio figlio l'ultima sua notizia l'ho avuta il 9 dicembre e più nulla seppi da allora. Si dubita che siano circondati prigionieri secondo quanto mi è stato detto da un militare che arriva proprio dal posto dove si trovano loro. Vogliamo pensare bene e speriamo che ritornino; se per caso sapessi una qualche notizia, subito mi farò premura di comunicarVela, come spero che farete anche Voi verso di me. Intanto ora scrivo al reggimento 80° Fanteria, Mantova, come potete fare pure Voi. RingraziandoVi, Vi saluto. Salvaterra Pietro"

Un cugino scrive al Col. CASASSA, comandante dell’80° Rgt. Ftr. di cui Adolfo faceva parte e riceve la seguente risposta.

Mentone, 4 maggio 1943 XXI

Egregio Sig. Mandosso,

Il vostro congiunto S. TEN. BUCCINO ADOLFO ha seguito la colonna fino al giorno 19 dicembre u.s., poi non è stato più visto.
È presumibile che si sia staccato per seguire altro itinerario.
Dopo tale data non sono quindi in grado di fornire ulteriori notizie, e molto mi spiace non poter essere più esauriente all’ardente desiderio di notizie vostro.
Con tutta cordialità.

Col. G.B. Casassa

Altre ricerche vengono fatte, tra le quali:

  • una lettera viene scritta in agosto, tramite parenti, al Col. PINCELLI presso il Ministero della Guerra a Roma, ma non arrivano notizie utili. 
  • MASSIMO RENDINA, giornalista, già commilitone di Adolfo all’80° Rgt. Ftr. e nel 1944 redattore della “GAZZETTA DEL POPOLO”, cerca notizie dell’amico tramite l’EIAR.

 E poi c’è il IL PIATTINO DI ESTER, che fa parte anche lui a pieno titolo di questa vicenda!
Di fronte alla casa dei genitori di Adolfo c’era un piccolo albergo (Locanda delle Tre Colombe) e la figlia dei proprietari – Ester – era una studentessa universitaria di matematica che aveva doti di medium.
Quasi tutte le sere la ragazza interrogava il piattino, che rispondeva muovendosi in senso verticale per dire SI’ e in senso orizzontale per dire NO.
Le domande erano sempre due: È vivo? Sta bene?
Alla prima domanda posta da Ester il piattino aveva sempre risposto di SI’; alla seconda, inizialmente rispondeva di SI’, poi per un certo periodo aveva risposto di NO, tornando poi al SI’ fino alla fine.
Tornato Adolfo, tra i vari racconti era comparso anche il piattino, e lui aveva chiesto in quale periodo vi era stata la risposta negativa. Grande sorpresa scoprire che quel periodo coincideva con la tarda primavera/inizio estate 1943 in cui Adolfo si era ammalato ad Oranki di tifo petecchiale, rischiando di morire.

FINE SETTEMBRE 1943: Radio Mosca informa “PRIGIONIERO”

Molte persone iniziano a scrivere alle famiglie
dei militari nominati negli elenchi provenienti
da Radio Mosca, per informarle.
La stessa cosa fanno i Comuni interessati
per scambiarsi informazioni e conferme.

Il primo messaggio arriva da molto vicino, da una signora che risiede in una frazione del paese e che lo ha fatto recapitare a mano.

Gent. Sig. Buccino,
non so se siate a conoscenza che ieri mercoledì alle ore 13,30 radio Mosca ha dato buone notizie di vostro figlio Sottotenente Adolfo. Avendo sentito io questa trasmissione penso comunicarvelo nel caso non vi sia giunta ancora questa notizia.
Molti saluti e felicitazioni.

G. Rondolino

Il secondo messaggio arriva da Milano, datato 28 settembre 1943.
Con questa famiglia si instaurerà un rapporto epistolare che continuerà per anni.
Quasi sempre il cognome non è compreso esattamente ma, in un piccolo paese, non ci sono problemi di consegna…

Le comunicazioni si susseguono, da varie provenienze.

C’è che si limita a riferire il messaggio ascoltato alla radio, chi chiede informazioni in vista di una ricerca di chi ancora risulta disperso (domande alle quali i familiari di Adolfo non sono evidentemente in grado di rispondere).

A volte la ricerca coinvolgeva anche i Comuni, come accaduto nell’ottobre 1944 tra i Comuni di Livorno Ferraris e di Settime AT, a seguito di una comunicazione pervenuta a quel comune dall’Ufficio Notizie Prigionieri di Guerra della GAZZETTA DEL POPOLO. La corrispondenza tra i due Comuni permetterà di chiarire che il prigioniero in questione è proprio Adolfo.

Un altro messaggio, datato 5 febbraio 1946, proviene invece da un prigioniero già rimpatriato, il quale fornisce alla famiglia notizie sicure su Adolfo. La firma dello scrivente non è purtroppo comprensibile.

APRILE 1944: UFFICIALMENTE PERÓ ARRIVA IN COMUNE IL VERBALE DI IRREPERIBILITÀ

Quando in Comune a Livorno Ferraris arrivò il VERBALE DI IRREPERIBILITÀ, l’incaricato che avrebbe dovuto consegnarlo ai genitori di Adolfo non ebbe il cuore di farlo: ne era amico da sempre, ne conosceva l’angoscia per quel figlio in Russia.
Aprì un cassetto della sua scrivania e ve lo mise in attesa di tempi migliori. Il verbale rimase lì fino al ritorno di Adolfo. Allora questo signore lo avvisò di passare da lui in ufficio e Adolfo vi andò. L’incaricato del Comune gli raccontò tutta la storia e concluse:
“Quando sei tornato, volevo buttarlo ma poi ho pensato che il mio compito era quello di consegnarlo. Lo consegno a te, non puoi immaginare con quanta gioia! Fanne quello che vuoi: buttalo o conservalo, decidi tu. Ora io il mio dovere l’ho compiuto!”. 

1945/1946: ENTI E ASSOCIAZIONI CONFERMANO LA PRIGIONIA

La CROCE ROSSA nella primavera 1946 invia alla famiglia due messaggi di Adolfo trasmessi da Radio Mosca.

Il VATICANO segue molto attivamente la situazione dei prigionieri italiani sui vari fronti di guerra.
Il 4 luglio 1945, con un fonogramma, viene inviato alla famiglia dall’Ufficio Regionale Informazioni di Torino della Gioventù Italiana di Azione Cattolica un messaggio datato 6 giugno 1945, con la possibilità di inviare al prigioniero una breve risposta. In realtà il messaggio di risposta non arriverà a destinazione.

DA SUZDAL’

LUGLIO 1945 / LUGLIO 1946: VERSO IL “LIETO FINE”

Il 24 luglio 1945 per il Campo 160 di Suzdal’ era stata una data storica: per la prima volta la Croce Rossa era stata autorizzata a distribuire ai prigionieri cartoline per scrivere alle famiglie in Italia. La stessa Croce Rossa aveva poi raccolto le cartoline compilate e si era occupata di farle avere alle famiglie. Lo stesso era accaduto con le corrispondenti cartoline di risposta provenienti dall’Italia.
Questo servizio si era ripetuto diverse altre volte nei mesi successivi.

La ‘storica’ prima cartolina di Adolfo, consumatissima, probabilmente a causa delle innumerevoli carezze ricevute al suo inatteso arrivo.

24 luglio 1945

Carissimi,
La mia salute è ottima, tanto da avere nuovamente la pancetta. E voi come state? È dal 24-12-42 che sono prigioniero e che non ho più vostre notizie. Se potete inviatemi pure pacchi; di indumenti invernali ne sono provvisto, perciò mettete pure altri oggetti utili. Non state in pensiero per me perché io sto bene e non aspetto altro che di potervi riabbracciare presto. Saluti a tutti coloro che si ricordano di me.
Bacioni cari

Adolfo

Purtroppo dall’Italia non arriveranno risposte e Adolfo aveva cominciato a temere che a casa non vi fosse più nessuno a ricevere le sue cartoline. Allora aveva iniziato a scrivere ad altri parenti ed anche al sindaco del paese, ma senza risultati.
Gli arriverà solo una cartolina, scritta dalla mamma di un altro ragazzo del paese: le era giunta voce che il figlio fosse morto in prigionia e chiedeva ad Adolfo di documentarsi per poterle riferire al suo ritorno. Ne aveva allora parlato con l’ufficiale medico alpino dott. Reginato, che si ricordava benissimo di lui, avendolo assistito fino alla morte avvenuta nel Campo 74 / Oranki. La cartolina riporta gli appunti delle informazioni raccolte.

Signor Adolfo,
Ho saputo dal militare Canepa che mio figlio Mario è deceduto in un ospedale del campo 74, ma non seppe dare altre informazioni. La prego raccogliere tutte le informazioni sulla data decesso, malattia e persone che hanno assistito alla sua fine, informazioni e indirizzi che al suo rimpatrio mi potrà dare. Grazie e saluti.

F. Grillo

8 LUGLIO 1946, L’INCUBO È FINITO: LO ANNUNCIA IL TELEGRAMMA


“ARRIVATO UDINE PROSEGUO BACI”

Gli ex-prigionieri a Tarvisio erano saliti su un treno messo a loro disposizione per portarli a Milano. Uno di loro però si era fermato a Udine, dove i suoi familiari sarebbero andati a prenderlo. Per ingannare l’attesa, dall’ufficio postale aveva inviato un telegramma a tutte le famiglie dei compagni di prigionia di cui era a conoscenza dell’indirizzo.
La sera dell’8 luglio arrivò a casa di Adolfo uno di quei telegrammi: Arrivato Udine proseguo baci. Il giorno seguente andarono ad attenderlo ad ogni treno da Milano, ma di lui nessuna traccia. Decisero quindi di andare ancora al primo treno del giorno successivo e poi basta…: “se arriva davvero, se la ricorderà la strada di casa!”.
La mattina seguente, 10 luglio 1946, dal primo treno da Milano scese Adolfo.

IN SINTESI ...

Un questionario compilato da ADOLFO, relativamente alla sua partecipazione alla Campagna di Russia, ci offre una sintesi degli avvenimenti:

Fatti d’arme ai quali ho partecipato
Dal gennaio al luglio 1942 zona Rykovo, nei capisaldi di Ubežišče e Ploskj.
Avanzata e conquista di Krasnaja Poliana nel luglio, ed attestamento sul fronte del Don a metà agosto. Merkulovskij. Battaglia sul fronte a nord di Jagodnyj dal 20 al 26 agosto.

Ritirata – percorso della ritirata
Da Abrosimovo, Getreide.
Ritirata iniziata il 19/12/42 su Medovo – Popovka – Arbuzovka.
Catturato difendendo la posizione assegnata per permettere al Gruppo di ripiegare su Čertkovo.

Cattura e campi di concentramento
Cattura: 24/12/42 – Arbuzovka.
Campi: Tambov - poi Oranki dal febbraio 1943 – poi Suzdal’ dal dicembre 1943.
Rimpatrio: 7/7/46