La stasi autunnale

(Settembre/Ottobre 1942)

Terminata la Prima Battaglia Difensiva del Don con il ripristino dell’integrità del settore della Sforzesca, seppure parziale in quanto limitato alle quote delle alture e non sino alla riva destra del fiume, la Pasubioprocedette alla riorganizzazione del proprio schieramento, al quale la battaglia aveva portato un profondo mutamento. Un riordino che la Divisione poté compiere in un clima di apparente tranquillità poiché, nelle zone dove fino a poche ore prima crepitavano i proiettili e galoppavano i cavalli, tutto era tornato calmo.

Venne ripristinata la linea degli avamposti, ricominciarono le azioni delle pattuglie avendo il nemico ripreso i suoi frequenti tentativi di infiltrazione, furono riattivati e potenziati al meglio i capisaldi della retrostante linea di resistenza che, stando alle direttive del Führer, doveva essere tenuta ad ogni costo.

Il 16 settembre il Gen. Giovanelli cedeva il Comando della sua gloriosa Pasubio al Gen. Olmi. Nella circostanza il Gen. Giovanelli faceva giungere ai reparti della Divisione il suo messaggio di saluto: <<Raggiunto dai limiti di età lascio il Comando della mia bella Divisione. A tutti i miei valorosi soldati che per due anni mi hanno seguito nelle fortunose imprese della Pasubio marciando, combattendo, vincendo sempre, va oggi il mio ringraziamento ed il mio affettuoso augurio e saluto. Soldati della Pasubio, il vostro vecchio generale vi stringe tutti affettuosamente al suo cuore>>.

Nel frattempo il Comando del Gruppo Armate “B”, accogliendo le valutazioni del Gen. Gariboldi circa l’eccesiva ampiezza del settore assegnato alle Divisioni italiane, decise l’accorciamento del fronte della nostra Armata. La ripartizione del fronte così accorciato (ridotto a 270 km che andavano da Babka a Vešenskaja) divenne la seguente: a contatto con la 2a Armata ungherese era in linea il Corpo d’Armata alpino con le tre Divisioni Tridentina, Julia, Cuneense, un complesso di 57.000 uomini. Proseguendo verso sud vi erano la Cosseria, il 318° Rgt. tedesco, la Ravenna, la 298a Divisione tedesca, Pasubio, Torino, Celere, Sforzesca, ultima Divisione di destra confinante con la 3a Armata romena. La Divisione Vicenza era impegnata nelle retrovie, in operazioni contro i partigiani e non disponeva di alcuna riserva.

I trasferimenti della Pasubio dal settore che occupava alle zone assegnate, sempre sul Don, iniziarono il 16 ottobre e si protrassero per alcuni giorni, con circa 200 km di marcia.

Sulla nuova linea arrivarono reparti già stanchi e provati, formanti un tenue velo assolutamente insufficiente di fronte alle masse corazzate che, non molto tempo dopo, si sarebbero lanciate contro di loro.

Incominciarono i lavori di rafforzamento delle posizioni assegnate, si costruirono trincee, camminamenti, piazzole. Tra i vari tratti difensivi vennero stesi reticolati, posati campi minati, scavati fossi anticarro. Un lavoro cui non mancò il prezioso contributo dei plotoni del Genio e quello, come manovalanza, dei prigionieri contenti di lavorare pur di dividere il pasto con la truppa.

In ottobre continuarono gli arrivi dei complementi, in gran parte appartenenti alle classi del 1921-22, soldati inesperti, insufficientemente addestrati e peggio ancora equipaggiati. Per i rientri in Patria, in gran parte soldati anziani, coniugati e padri di famiglia, vennero stabilite tre partenze: le prime due avvennero regolarmente, la terza ed ultima non ebbe luogo per l’inaspettato sopraggiungere degli eventi connessi alla controffensiva sovietica.

(testi tratti da A. Rati “LA FULGIDA EPOPEA DELLA DIVISIONE PASUBIO”, Ed. Sometti, Mantova, 2012)